Largo ai social network: gli instant messengers sono destinati a sparire?

La crescita esponenziale dei social network, sia dal punto di vista numerico che dal punto di vista degli utenti iscritti ha rappresentato una svolta epocale nel mondo di internet, sconvolgendo equilibri consolidati da tanti anni, o meglio da tanto tempo, visto che sul web, come abbiamo ormai imparato a capire, il tempo scorre sempre molto più velocemente che nella realtà. Il successo e la decadenza sono processi fulminei nell’era del web 2.0, e di questo aspetto si sono accorte anche le società che hanno dato vita negli anni passati ai più famosi ed utilizzati instant messengers.
Con l’avvento di Facebook e di tutti i suoi simili (e non), moltissimi utenti hanno abbandonato il loro fido instant messenger, ovvero il mezzo di comunicazione più moderno, rapido ed utilizzato (almeno prima dell’avvento, appunto, dei social network). Questo simbolico passaggio di consegne ha mostrato è stato numericamente devastante. Molti IM come Windows Live Messenger e Skype, si sono dovuti adeguare stabilendo rapporti commerciali con Facebook, integrando le proprie piattaforme con quelle del social network di Mark Zuckerberg, tentando di sopravvivere o di contenere la diaspora dei propri utenti.
Altri hanno avuto meno fortuna, come dimostra il caso di Aol Instant Messenger, meglio noto come AIM, che negli ultimi 12 mesi ha visto drammaticamente calare il proprio numero di utenti, scendendo da 12 a 4 milioni di utenti attivi, con una perdita di circa il 64%. Numeri importanti, che hanno reso il progetto AIM a rischio chiusura, con tagli al personale e una probabile cessazione dello sviluppo dell’applicazione, fortunatamente smentita, per il momento.

Ci chiediamo quindi: Gli instant messengers sono destinati a sparire? I dati inducono a pensare di si.
I dati raccolti, infine, dalla Comescore, agenzia americana di misurazione del web, quantificano il momento di difficolta degli IM, con poche eccezioni che tengono ancora duro, tipo Windows Live Messenger e Skype, come detto in precedenza. Le buddy list dei vari programmi sono ormai delle vere e proprie “liste fantasma”, piene di utenti non più attivi da tempo. Ciò che rimane da fare, analizzando questi dati, è chiedersi se c’è il reale rischio che gli instant messengers siano destinati a sparire dalla circolazione, per essere totalmente sostituiti dai social network. Sappiamo che nulla dura per sempre, specialmente in ambito informatico. Ma nel caso in cui accadrà, chi ci guadagnerà davvero?

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